Monday, 6 January 2025

La giornata d’uno scrutatore

Amerigo, lui, aveva imparato che in politica i cambiamenti avvengono per vie lunghe e complicate, e non c’è da aspettarseli da un giorno all’altro, come per un giro di fortuna; anche per lui, come per tanti, farsi un’esperienza aveva voluto dire diventare un poco pessimista.
(Pagina 51)

Amerigo Ormea uscì di casa alle cinque e mezzo del mattino. La giornata si annunciava piovosa.
[incipit]

Per un momento Amerigo fu soddisfatto di se stesso, della sua calma, del suo autocontrollo. La norma costante del suo comportamento avrebbe voluto fosse questa, nella politica come in ogni altra cosa: diffidenza tanto dall’entusiasmo, sinonimo d’ingenuità, quanto dall’astiosità faziosa, sinonimo d’insicurezza, debolezza.
(Pagina 75)

L’onorevole ebbe quel momento di solitudine che provano i re e i potenti quando hanno finito di dar ordini e vedono il mondo che gira da solo.
(Pagina 92)

Ecco, pensò Amerigo, quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari.
E pensò: ecco, questo modo d’essere è l’amore.
E poi: l’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo.
(Pagina 115)


La giornata d’uno scrutatore di Italo Calvino

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